22/12/08

Il Colloquio: Domande&Risposte - Domande MOTIVAZIONALI


Dove si vede tra 3-10anni?

Gli anni possono essere 2-3-5 o 10, ma il senso della domanda è sempre lo stesso: prima cosa vedere se tu hai degli obiettivi chiari e definiti oppure se ti trovi lì per caso, e poi capire il tuo orientamento professionale nel medio-lungo periodo (ossia se sei orientato verso un certo ambito di lavoro, professione, mercato, che sia in linea con la posizione oggetto del colloquio, oppure no!).
Inoltre serve a cercare di prevedere la probabilità che tu lasci il lavoro poco tempo dopo l'assunzione (perchè il lavoro in effetti non ti piace e lo cerchi da un'altra parte).
La cosa che devi capire tu stesso prima di affrontare la selezione è se questo lavoro è coerente o meno con il tuo percorso...se è “occasionale” oppure "centrale" rispetto ad esso.
Con la tua risposta devi mostrare di sapere ciò che vuoi e cosa ti serve per raggiungerlo; si deve quindi capire che per te quel lavoro è interessante e motivante, che è essenziale o comunque utile per la tua crescita!
Uno scopo indiretto di questa domanda è anche quello di valutare il grado di ambizione del candidato. Il consiglio è di non esagerare verso l'alto (ad es. “tra 5 anni mi vedo come presidente!”) né verso il basso (“farò più o meno lo stesso lavoro”).
Il tuo realismo sarà apprezzato!


Perchè si sente la persona adatta a questa posizione?
Perchè la dovremmo assumere?
Consapevolezza, realismo e determinazione
sono i 3 fattori chiave che colpiscono il selezionatore!
Per rispondere ovviamente devi avere un'idea già piuttosto chiara di ciò che cercano (basandoti sull'annuncio, sulle informazioni raccolte in merito all'azienda, da ciò che presumibilmente ti ha detto il selezionatore in sede di colloquio) ed esserti preparato confrontando le tue caratteristiche con quelle attese dal lavoro.
In sintesi, devi scegliere 2-3 esperienze professionali e/o formative che hanno quacosa in comune (ad es. area, contesto, prodotto/servizio, tipo di responsabilità e attività) con la posizione.
Infine evidenzi 2-3 caratteristiche personali (ad es. competenze (di gestione, organizzazione, relazione), impegno e motivazione) come ingredienti fondamentali alla riuscita in quel lavoro.


Vedo che non ha alcuna esperienza in questo settore, cosa la spinge a candidarsi qui?
Questa è una domanda tipica che il selezionatore fa a chi fino a quel momento si è dedicato ad altro e sta cambiando settore professionale.
Consideriamo il fatto che se ti hanno chiamato già vuol dire che trovano il tuo curriculum interessante.
Detto ciò, qui devi spiegare 2 cose:
1) Come mai stai lasciando il/i settore/i precedenti
2) Cosa ti interessa del nuovo settore.
Bisogna far vedere che la scelta non è dettata dall'impulso né da lacune nelle tue competenze e capacità, ma della presa di coscienza matura e consapevole che il lavoro precedente non faceva per te, oppure che sono cambiate le condizioni esterne (es. situazione del mercato).
Per il secondo punto devi far capire che non ti sei buttato sul primo lavoro nuovo che ti è capitato, ma che hai un certo tipo di interesse verso di esso che hai sviluppato tramite, ad es., esperienze precedenti, confronto con amici/colleghi, aggiornamento su libri/riviste, ecc.
Se fornirai spiegazioni ed esempi risulterai esaustivo e convincente!
E poi..siamo nell'era della flessibilità e del cambiamento continuo, no?!


Cosa le interessa maggiormente nella posizione che le proponiamo?
Non partire dalla retribuzione o dalla condizione economica/contrattuale!
Questo elemento fondamentale (e il selezionatore lo sa bene!), va presentato solo in seconda battuta!
La motivazione principale che ti deve spingere verso un lavoro e una professione è la motivazione intrinseca, ossia l'interesse, la passione, l'attitudine personale verso di essa, confermata da esperienze precedenti, scelta di un determinato tipo di studi, ecc.!
Altro elemento motivante fondamentale è la possibilità di crescita. di apprendimento, di approfondimento e specializzazione in un ambito (il cosiddetto job enrichment) oppure di “arricchimento” del proprio profilo con un tipo di esperienza complementare (il cd. job enlargement)


Perchè ha scelto proprio quest'azienda?
Non farti trovare impreparati a questa domanda!
Nella fase di preparazione al colloquio devi raccogliere più informazioni possibili su di essa (in particolare tramite internet o tramite amici di amici che magari già ci lavorano!).
I fattori di attraction di un'organizzazione sono sostanzialmente 2:
1)la solidità dell'azienda dal punto di vista economico, finanziario, di quota di mercato ecc (le multinazionali hanno molto appeal per questo)
2)l'ambiente interno, caratterizzato da un buon clima organizzativo, dall'attenzione verso la formazione e la crescita dei telenti, dal riconoscimento del merito.

A quali attività si dedica nel tempo libero?
Di solito si ritiene questa semplice domanda molto pericolosa perchè ci si immagina chissà cosa il selezionatore (specie se psicologo) riesca a dedurre dalle nostre parole!
In realtà è una domanda piuttosto innocua, che serve a conoscere meglio il candidato e a valutare il suo grado di “attivismo” e dinamismo.
Gli hobby sono hobby, non è necessario per forza trovare elementi di attinenza con il lavoro!
Se pratichi un hobby particolare può essere interessante puntare su di esso per “colpire” il selezionatore..ma non mostrarti esageratemente infervorato, non faresti una buona impressione!
Spesso d'altro canto le nostra attività del tempo libero sono piuttosto banali in quanto comuni, ma non devi banalizzarle mentre le racconti!
Non minimizzare ma sii convinto di ciò che fai, perchè ti piace o ti rilassa!

18/12/08

Il Colloquio: Domande&Risposte - Domande SPECIFICHE


Mi descriva nel dettaglio un progetto complesso che ha gestito: come si è organizzato? Che difficoltà ha incontrato? Che risultati ha ottenuto? che feedback ha ricevuto?
La risposta che sorge immediata a questa domanda è...ma chi se lo ricorda?
Al momento del colloquio spesso non ci vengono in mente episodi specifici...quindi la soluzione sta nel prepararsi già prima!
Guardando il tuo cv e soffermandoti sull'esperienza lavorativa più recente, individua uno o due episodi significativi dove hai ottenuto dei buoni risultati, o che sei riuscito a superare nonostante la complessità e/o gli imprevisti.
Quindi puoi raccontare un compito o un progetto difficile che ti era stato assegnato (se se neolaureato, si può trattare di un project work da svolgere in gruppo, o una ricerca per una tesina all'università).
Qui il selezionatore intende sondare da una parte la ed capacità di pianificazione e organizzazione, dall'altra la gestione dello stress e più in generale l'atteggiamento emotivo (di proattività, ottimismo e costruttività invece che di frustrazione e di sfiducia).

Ha mai dovuto rispettare delle scadenze importanti? Se sì mi faccia degli esempi.
Questa domanda è analoga alla precedente, ma è ad un livello più operativo.
Probabilmente la posizione per cui stiamo facendo il colloquio prevede un forte orientamento all'obiettivo, e tolleranza allo stress dovuto alla pressione delle scadenze. Ci sono persone che davanti a scadenze strette entrano in ansia e in confusione, senza riuscire a terminare il lavoro o svolgendolo con superficialità.
Quello che invece puoi dire, facendo degli esempi, è che, dopo il comprensibile panico iniziale, ti sei organizzato in modo efficace...mettendoti sotto a lavorare, magari anche delegando delle attività o chiesto aiuto ai colleghi..cercando di mantenere un buon livello di qualità.
E se non hai degli esempi? in questo caso, come nel precedente, il consiglio è di cercare comunque un episodio veritiero e di ...adattarlo a quanto richiede la domanda!
Se proprio l'esempio non ti viene, piuttosto che arrampicarti sugli specchi, cerca, anche nella tua esperienza personale, un episodio che dimostri la tua capacità di rispettare tempi (fosse anche riuscire a prendere un aereo raggiungendo l'aeroporto in tempi record!)

Mi faccia un esempio di una decisione che ha preso e che ha portato dei vantaggi all'organizzazione per la quale lavorava?
Se il selezionatore pone una domanda del genere vuol dire che stanno cercando una persona proattiva, che sappia anche portare dei miglioramenti e delle innovazioni in azienda.
Ti Ricordi una volta in cui hai avuto un'idea che si è rivelata utile? anche se magari nessuno te la appoggiava?
Vuole anche però sondare il modo in cui prendi le decisioni!
E qual è il modo migliore? Analizzando la situazione, i pro e i contro, le persone coinvolte e le probabili conseguenze, magari anche consultandosi con il capo e con i colleghi!

Come si è trovato nel suo ingresso all’università/ in una nuova azienda? Come si è mosso? Come ha superato le iniziali difficoltà?
Questa domanda di solito viene posta a neolaureati o a chi è alle primissime esperienze lavorative. Vuole capire le capacità di adattamento ai nuovi contesti e di socializzazione.
I comportamenti più efficaci consistono sicuramente nel guardarsi intorno, osservare con attenzione l'ambiente, fare domande ai colleghi per capire “come funzionano” le cose lì, quali sono le regole implicite ed esplicite, i comportamenti accettati e quelli "esclusi".
Si cerca di capire chi è chi e chi fa cosa nel gruppo di lavoro, nella funzione e nell'organizzazione (capire chi è il capo e il capo del capo...non guasta!)
E poi si cerca di fare amicizia, di instaurare delle relazioni positive: sorridere salutare, chiacchiarare con i colleghi sono degli ottimi modi per iniziare!


Infine, un consiglio che vale non solo per questo ma anche per tutte le altre domande:
Non c'è bisogno che tu dimostri di essere superman!
Non strafare! Mostrati consapevole sia dei tuoi successi e delle tue qualità che delle difficoltà e dei tuoi limiti: questo sarà molto apprezzato!
Non esagerare né sminuire le difficoltà incontrate: chiunque le ha avute!
La cosa importante è come si affrontano! Quindi quando racconti la tua difficoltà, spiega anche come hai reagito, come l'hai superata..o comunque cosa hai imparato da essa!


15/12/08

Il Colloquio: Domande&Risposte - Domande APERTE

Seguendo la distinzione fatta nel precedente post, andremo ora ad analizzare le domande più frequenti per tipologia, dando anche dei suggerimenti su come rispondere!!!

Iniziamo dalle domande aperte:

Mi parli di lei...
La più classica delle domande aperte! Non c’è un giusto modo di rispondere a questa domanda..ci sarà chi privilegia la descrizione personale (sono una persona così...mi piace questo e quest’altro) e chi invece riassume il suo CV, in maniera più o meno formale e strutturata.
Il mio consiglio è quello di bilanciare l’aspetto professionale-formale con quello personale-informale, dando al selezionatore sia informazioni sul percorso e le scelte fatte, sia sul proprio carattere. Nel fare questo seleziona le informazioni più significative, cercando di mostrare le tue migliori qualità, con un “tocco” di originalità!
Non ti trovi ad un esame all’università nè ad una recita scolastica! Non fare la mummia! Esprimi con energia ciò che sei, facendo percepire quanto vali...

Mi sintetizza il suo curriculum/ il suo percorso formativo e lavorativo?
Individua i punti salienti del tuo curriculum: la scelta dell’università, la tesi, le prime esperienze lavorative...
Cerca quindi un filo logico che dia continuità e coerenza al tuo percorso e..
motiva le tue scelte..anche se dettate soprattutto da caso!
In realtà ogni cosa, ogni azione ha un senso...basta scoprirlo!!!

Quali sono le esperienze più importanti che hanno segnato il suo percorso?
Idem come sopra. Quello su cui ti devi focalizzare qui è l’apprendimento che hai tratto dalle esperienze significative, anche e soprattutto se si tratta di difficoltà e fallimenti.
Essi sono inevitabili per tutti, ciò che fa la differenza è come sappiamo reagire ad essi traendone occasione di riflessione e di crescita!
E’ quando si prende una “mazzata” che si impara a rialzarsi...

Cosa l’ha spinta a dedicarsi a questo ambito/settore di studio/lavoro?
Questa è una domanda aperta che potremmo anche definire motivazionale in quanto cerca di capire le inclinazioni e gli interessi del candidato per valutarne la coerenza con il lavoro proposto.
Se il settore è affine, è facile risultare coerenti..l’importante è marcare la propria motivazione fornendo prove e argomentazioni (ossia... "mi piace talmente tanto questa cosa che l’ho approfondita/praticata in questo e quest’altro modo..")
Se il settore invece è distante si può procedere in due modi: o facendo capire che ci si è resi conto solo con il tempo di quale fosse la strada più congeniale a sè....o cercando anche di mostrare i parallelismi e i punti di contatto da un ambito ed un altro (ad es. Se hai studiato lettere e ti proponi per un lavoro di venditore, potrai dire che sei sempre stato piuttosto bravo ad esporre ed argomentare le tue ragioni, a parlare in pubblico...ecc)

Come si descrive dal punto di vista caratteriale?
Come la descriverebbero i suoi amici?
Quali sono i suoi punti di forza? Quali sono i suoi punti deboli?


Queste di solito sono domande che mettono in crisi! Ti sarai chiesto: “...Ed ora cosa le dico, cosa vuole sentirsi dire?!”
La verità, tutta la verità, nient’altro che la verità!
Più si è sinceri, più si è convincenti, questa è a mio avviso la regola base di tutti i colloqui!
Ma il ritratto che faremo di noi stessi sarà sempre un dipinto, mai una fotografia!
La nostra bravura sta nel saper dosare i colori, le tinte pastello e quelle forti nel fare le giuste sfumature per smussare gli angoli...e infine passare una mano di smalto per dare luce al tutto...
Tornando agli esempi, potremo dire che siamo attivi, dinamici, ma magari un po’ troppo irruenti nelle scelte....oppure che siamo precisi e scrupolosi, ma che a volte rischiamo di dare troppa attenzione ai dettagli...
Il segreto sta dunque nel bilanciare pregi e difetti, mostrandoci consapevoli delle aree su cui prestare maggiore attenzione e per le quali ci stiamo già impegnando a migliorare!

(e..tra parentesi..perchè oltre a dirlo non iniziamo pure a farlo?!)

12/12/08

Le tipiche fasi di un colloquio di selezione

Volendo categorizzare i tipi di domande possibili in un colloquio, possiamo dire che esse fanno riferimento ai seguenti ambiti:
1) Caratteristiche personali del candidato (che tipo di personalità, di carattere ha)
2) Competenze trasversali (relazionali, pianificazione, gestione delle priorità, decisione,ecc)
3) Competenze tecniche (conoscenze specifiche di un ambito)
4) Motivazione (Interesse per l’azienda, la posizione, coerenza con le aspettative personali e
professionali)

Il colloquio solitamente inizia con domande generali, aperte che servono a sciogliere il ghiaccio e a farsi un’idea di chi si ha di fronte.
Dopo questa prima fase di apertura, il colloquio entra più nel vivo: il selezionatore fa domande più specifiche sul curriculum del candidato, sulle esperienze formative e lavorative, e chiede dettagli su quanto emerso, cercando di farsi raccontare i motivi e i risultati delle scelte effettuate e dai comportamenti passati riferiti dal candidato.
Infine il selezionatore indaga la motivazione, ossia ciò che spinge il candidato verso la posizione e/o l’azienda, per capire se c’è un reale interesse che poi garantisce quell’impegno e quella soddisfazione indispensabili per la buona riuscita di qualsiasi lavoro.
Quindi si cercano di capire gli interessi sia professionali che extraprofessionali della persona, le sue aspettative per il futuro, in modo tale da verificarne la coerenza con quanto viene offerto.

Infatti a cosa servirebbe avere tutte le conoscenze e le capacità tecniche richieste se poi di quel lavoro o delle prospettive che l’azienda offre non ce ne importasse niente?
Vale invece il contrario, per cui una persona con scarsa competenza ed esperienza specifica, può supplire a queste mancanze con la sua disponibilità all'apprendimento e all'impegno per la crescita professionale, che nascono solo se c'è un reale interesse, se non addirittura passione per quel determinato lavoro.
Se ci piace davvero qualcosa, cosa siamo disposti a fare pur di ottenerlo?!
E' proprio vero che la giusta motivazione riesce anche a smuovere le montagne!

09/12/08

La CHIAVE per affrontare un ottimo colloquio di selezione

Ti sei preparato accuratamente al colloquio, sai che è una buona opportunità e che vuoi dare il meglio di te!
Sai che non tutto dipende da te: c’è la soggettività del selezionatore, la specificità di ciò che l’azienda sta cercando in questo momento, le caratteristiche e le esperienze degli altri candidati e...l’immancabile fattore “c”
Ma sai anche che se saprai valorizzarti al meglio, le tue chances aumenteranno in maniera esponenziale!

I consigli su come presentarsi al colloquio sono ormai diffusi e conosciuti:

  • avere un abbigliamento curato, preferibilmente elegante,
  • presentarsi puntuali, preferibilmente 10 minuti prima...
  • stringere la mano in maniera decisa (senza esagerare!)
  • mostrarsi sorridenti ed a proprio agio
  • guardare negli occhi il selezionatore (per mostrare attenzione ed interesse)

mantenere una posizione quanto più possibile rilassata ed “aperta” (evitando di chiudersi incrociando braccia e gambe)
ecc ecc...

Ma qual è il fattore chiave di tutto? Il nostro stato emotivo!!!

Se abbiamo l’umore “giusto” tutto andrà come deve!

Quindi nella fase di preparazione al colloquio, scegliamo non solo il vestito da indossare ma anche lo stato emotivo che vorremmo.
Ad esempio puoi scegliere uno stato “determinato e sicuro” oppure uno “consapevole e motivato”.
Immaginalo nel dettaglio, magari attingendo ad una situazione del passato in cui ti sei sentito in quel modo ed in cui hai ottenuto risultati positivi.
Immergiti dentro questa emozione e poi ancorala, ossia associala più volte ad una musica o ad un oggetto particolare...
Infine, nel momento decisivo, prima del colloquio, riattiva l’ancora, ascolta quella musica o prendi quell’oggetto, e la tua emozione-risorsa si accenderà dandoti l’energia giusta per affrontare al meglio il colloquio!

05/12/08

Nel colloquio dobbiamo essere noi stessi o recitare una parte?

La selezione, per molti aspetti, è come la seduzione:

  • c’è attrazione/interesse verso l’altro/la posizione desiderata
  • si cerca di suscitare l’interesse nell’altro
  • si cerca di valorizzare i propri punti di forza e le qualità e al contempo di celare limiti e difetti
  • si cura la propria immagine per dare un’impressione quanto più possibile positiva
  • si “recita” un ruolo, indossando una maschera

eppure..anche se reciti, non puoi che essere sempre te stesso!
Infatti sei tu a scegliere quale maschera indossare, attingendo al tuo “guardaroba”,
prendendo quella che ritieni più adatta a quella situazione e ai tuoi obiettivi!

Sei tu stesso l’interprete del ruolo che hai scelto!
Perciò, migliora te stesso, valorizza le tue qualità, coltiva le tue potenzialità....
così la maschera assomiglierà sempre di più a quello che sei veramente!

Nella selezione così come nella seduzione, l’esito non è sotto il nostro controllo ma..
possiamo comportarci al meglio per aumentare le nostre possibilità di riuscita!!!

02/12/08

Una riflessione: il nostro PERCORSO...il nostro ORIZZONTE

Volendo sintetizzare.. le domande da farsi prima di un colloquio sono 3:
· chi sono?
· cosa voglio dalla vita, nella mia vita?
· cosa so fare adesso?


Domande facili, insomma ;) !!!

In effetti, se ci pensi bene, prepararsi ad un colloquio non vuol dire solo farsi una panoramica dell’azienda che ti ha convocato e della posizione di lavoro offerta.

Significa anche e soprattutto cogliere un’occasione preziosa per fare il punto della situazione, analizzando il percorso che hai fatto finora, focalizzandoti sulla meta, passando in rassegna i tuoi successi, le tue vittorie, i risultati ottenuti, che mettono in risalto i tuoi punti “forti”, e analizzando anche i fallimenti, le difficoltà e gli ostacoli incontrati, per capire su cosa vogliamo e (quindi) possiamo lavorare per migliorarci.

...chi sono...cosa so fare....cosa voglio dalla vita?

Ripercorrere con lo sguardo la strada percorsa, rivedere e risistemare ancora meglio il nostro bagaglio personale, che ci accompagna nel corso delle nostre diverse esperienze e che si accresce passo dopo passo...
E infine...guardare lontano, verso l’orizzonte che desideriamo, il nostro sogno per il futuro che ci aspetta...

Come prepararsi al colloquio

Anche se abbiamo già molta esperienza di colloqui e ci sentiamo sicuri di noi...
Anche se il prossimo è solo l'ultimo di una lunga serie di colloqui e abbiamo poca voglia di impegnarci...

PREPARARCI bene ad un colloquio significa COGLIERE APPIENO L'OPPORTUNITA' che ci viene offerta, considerando che potrebbe davvero quella GIUSTA!!!
Significa aumentare in maniera esponenziale le nostre probabilità di riuscita!!!

Come tutti i più grandi attori di teatro sanno, per poter IMPROVVISARE sulla SCENA bisogna ESSERSI ALLENATI e PREPARATI durante le prove!!!
La preparazione al colloquio si può sintetizzare in 3 passi:
1) Bilancio delle tue competenze
Prendi in mano il tuo CV, modificalo ed aggiornalo per renderlo quanto più possibile compatibile con la posizione richiesta.
Ripercorri le esperienze più significative del tuo percorso di formazione e di lavoro: le scelte che hai compiuto e le loro motivazioni, le attività che hai svolto, le cose che hai imparato...

2) Analisi dell’azienda e della posizione
Cerca su internet, giornali e quant'altro, informazioni sull'azienda: di cosa si occupa, qual è il suo business principale, quali sono le sue dimensioni (piccola, media, grande, multinazionale?), che storia ha, quali sono i suoi valori e la sua mission?
Cerca di capire dove si collocherebbe il tuo ruolo all'interno dell'organizzazione e quale sarebbe la sua funzione principale, per comprendere cosa si aspettano da te...

3) Me & MyJob: punti di contatto e di “attraction”
Ora fai un confronto tra te, la tua storia, le tue competenze ed i tuoi interessi, ed il lavoro offerto all'interno di quella specifica azienda. Cosa hanno in comune, cosa li rende compatibili, cosa può essere di reciproco interesse, che valore aggiunto puoi dare tu all'azienda?
Anche se questo non sarà il lavoro della tua vita..cosa è che ti attrae di più, qual è la particolarità che ti attrae e ti convince maggiormente? sarà quello l'elemento motivazionale di forza su cui puntare durante il colloquio!

01/12/08

Mi hanno chiamato per un colloquio, e adesso?!

Finalmente!!!
Hai "bucato lo schermo", sei emerso da un mare di CV, la tua candidatura è stata notata!
Ti hanno convocato per un colloquio!!!
Al momento della telefonata, superata la sorpresa, devi cercare di raccogliere più informazioni possibili non solo sulla posizione proposta, ma soprattutto su che tipo di colloquio sarà e da chi sarà condotto...
E' un colloquio individuale o di gruppo?
Incontrerai un referente del personale/Risorse Umane?
oppure il tuo futuro capo o un altro manager?
Anche in base a chi ti farà il colloquio, puoi capire se si tratta di un colloquio di tipo conoscitivo-motivazionale (in cui si cercherà di capire che persona sei, che percorso formativo professionale hai fatto e quali sono le tue aspirazioni)...
oppure un colloquio più tecnico in cui oltre alle "classiche" domande sul CV, si andranno a sondare le tue conoscenze e competenze tecniche.
Cerca di ottenere più informazioni possibili, senza però fare troppe domande per non apparire troppo pressante o invadente!
Quando ti sei fatto un'idea più chiara di ciò che dovrai affrontare...puoi iniziare a prepararti adeguatamente.. come?
leggi i prossimi post!!!